Un nuovo anno è iniziato e lo scenario che si presenta ai nostri occhi non è molto diverso da quello trascorso: guerre fratricide, crisi socio-economica globale, la terra che si spacca e causa migliaia di morti, i profughi che perdono la vita in mare e tutti noi che piano piano ci stiamo abituando a questi drammatici episodi, scotomizzandoli e iniziando a credere che siano ineluttabili, quasi che nulla dipendesse da noi stessi: da come abbiamo abusato ed ancora abusiamo delle risorse del nostro pianeta, da come è stata ed è gestita la salute globale con scandalose disuguaglianze tra i paesi ricchi e quelli “emergenti” in termini di approvvigionamento di cibo, farmaci e cure. E a poco o nulla valgono gli annuali G 20 con le principali economie di Paesi che costituiscono l’80% del PIL globale, nonché il 60% della popolazione del pianeta, per pianificare la lotta al cambiamento climatico e alle migrazioni, per favorire la digitalizzazione, l’occupazione, i sistemi sanitari, la parità di genere e gli aiuti allo sviluppo ed altro ancora. A nulla valgono, se siamo ancora qui ad assistere a Stati egemoni che ne invadono altri seminando distruzione e morte, se si pensa di raggiungere la Pace solo con le armi, se si discute ancora del fatto che il virus SARS-CoV-2 sia stato fabbricato in laboratorio e poi “accidentalmente” fuggito dagli stessi o piuttosto non sia frutto degli allevamenti intensivi di bestiame che non sono solo luoghi di sofferenze per gli animali, ma anche luoghi dove si diffondono agenti patogeni pericolosi come il virus H5N1, responsabile dell’influenza aviaria, che, dopo aver fatto una strage di uccelli, si sta diffondendo in altri mammiferi con la possibilità che possa, ancora una volta, colpire l’uomo.
Lo spillover, ovvero il salto di specie, è il meccanismo biologico con il quale i virus non umani mutano riuscendo a replicarsi nella cellula umana, infettandola, con risultati imprevedibili e a volte disastrosi. Un rapporto del WWF in piena pandemia di SARS-CoV-2, aveva mostrato che molte delle malattie emergenti sono conseguenza di comportamenti umani errati, tra cui la deforestazione, il commercio illegale e incontrollato di specie selvatiche e il nostro impatto sugli ecosistemi. È logico dunque chiedersi quale contributo possa venire dalla scienza e dagli scienziati per un futuro che sia migliore di questo drammatico presente. Tempo fa ho posto questa domanda a Christian René de Duve (1917-2013) premio Nobel per la Medicina 1974 e lui rispose: «Abbiamo il dovere di metterci in gioco, di adoperarci, di far pesare tutta la nostra autorevolezza |