No Barriers

Rita Levi Montalcini, era fermamente convinta quando affermava che la cosa più importante accaduta nel secolo scorso era stata la caduta delle barriere che isolavano gli studiosi del Sistema Nervoso Centrale dagli altri scienziati.

 

Sino a non molto tempo fa infatti anatomici, fisiologi, neurologi consideravano il Sistema Nervoso come qualcosa di loro assoluta proprietà, sosteneva la Scienziata che, ricordiamolo, senza essere una specialista del cervello scoprì il NGF, Il primo di una lunga serie di Fattori Neurotrofici che avrebbero cambiato l'approccio clinico e terapeutico di numerose ed importanti malattie del SNC come l'Alzheimer, il Parkinson ed altre ancora di grande impatto umano, sociale e sanitario. Ma il discorso non si esaurisce qui perché il Nobel sosteneva che una volta crollate le barriere che avevano sequestrato agli occhi del mondo scientifico che non fosse quello "dedicato" il cervello e le sue funzioni, in tanti avrebbero potuto contribuire alla comprensione delle sue numerose e per certi versi ancora sconosciute funzioni. Tra i nuovi eletti la Prof.ssa includeva matematici, fisici, informatici e tutti gli studiosi, ricercatori, medici, chirurghi, che operavano, nei loro differenti settori, per capire le funzioni del S.N.C. al fine di migliorare le sorti di tante persone al mondo affette da malattie congenite, degenerative e traumatiche che spesso le isolava dal resto del mondo. Non posso fare a meno di fare queste considerazioni oggi perché, nell'organizzazione ormai in fase avanzata del Symposium di Dicembre, continuano ad arrivare abstract di lavori che solo sino a 20 anni fa forse noi per primi avremmo scartato perché lontani dalla nostra ricerca di base sulla rigenerazione e riparazione midollare in seguito a trauma. E invece no. La medicina moderna fa tali e tanti passi da giganti da lasciarsi velocemente alle spalle concetti e preconcetti sì da portare tutti i ricercatori sullo stesso identico piano dove il bisturi non è più solo una lama tagliente ma spesso diventa una molecola intelligente e per giunta "nano" in grado di arrivare ad aprire serrature invisibili e a svolgere così la sua funzione riparatrice, rigeneratrice, terapeutica.
Anche il midollo spinale, una volta considerato una sorta di appendice del cervello, difficile da riparare punto e basta, oggi sta acquistando una sua importanza strategica e fondamentale tanto da far parlare, su basi assolutamente scientifiche, dell'esistenza di "human lumbar cord network and spinal brain", un gruppo di neuroni del midollo spinale lombare capaci di dare una parziale deambulazione automatica, dopo lunga rieducazione, ai paraplegici.
E allora ecco che la nostra ricerca che da 30 anni mira a ridare movimento alle persone nonostante la ben nota non permissività del midollo spinale alla guarigione per avanzamento verso il basso degli assoni che rigenerano dai neuroni cerebrali, oggi acquista tutta la sua reale importanza. I recenti studi eseguiti un po' dovunque nei laboratori di tutto il mondo e in particolare nella nostra Fondazione hanno di fatto consentito di aprire nuovi fronti di ricerca e di conseguire nuove certezze sulle possibilità di riparazione, almeno parziale, delle lesioni del midollo spinale.
Non che sia stato risolto il problema della non permissività del midollo per l'avanzamento (in senso distale) degli assoni che rigenerano provenendo dai neuroni cerebrali ma il problema è stato affrontato con nuove raffinate tecniche di microchirurgia con innesto di nervo autologo nel tratto cortico-spinale del midollo bypassando così la non permissività del midollo. Oggi, in seguito alle nostre ricerche, siamo in grado di enunciare una nuova teoria estremamente interessante: che i neuroni del cervello sono capaci di una plasticità (cambiamento di funzione) non solo in seguito allo spostamento di connessioni della loro area corticale ma anche di multipli singoli neuroni sparsi nella corteccia e che previamente avevano funzioni diverse. La conoscenza di questa nuova forma di plasticità apre nuove vie alla neurochirurgia e, sono sicuro, consentirà nuovi approcci chirurgici per la cura delle lesioni del midollo spinale. E' quello che tutti noi crediamo e speriamo fortemente.

 

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